Alimentatori switching: funzionamento
Gli alimentatori switching presentano in ingresso un raddrizzatore e un filtro capacitivo, connessi alla rete elettrica. È poi presente un trasformatore nei pressi del blocco di ingresso. Questo trasformatore lavora ad alte frequenze, è di dimensioni ridotte e presenta un nucleo in ferrite. All’interno dell’inverter, anche noto come convertitore DC/AC, la tensione raddrizzata proveniente dal filtro di ingresso è trasformata in tensione alternata e quindi in un’onda quadra a frequenza elevata.
Questo è possibile grazie a un transistor MOSFET che è controllato in commutazione da un regolatore switching. L’onda quadra in uscita passa in ultimo per il raddrizzatore e il filtro d’uscita di tipo LC. L’inverter, il raddrizzatore e il filtro d’uscita compongo ciò che viene denominato convertitore DC/DC.
Gli alimentatori switching e lineari
Gli alimentatori switching rappresentano una soluzione alternativa agli alimentatori tradizionali. Si caratterizzano per diversi vantaggi: maggiore flessibilità in termini di tensioni in uscita, dimensione e peso ridotti, minore produzione di calore e una maggiore efficienza con un rendimento maggiore del 70%.
A differenza dell’alimentatore switching, quello lineare è costituito da un amplificatore di potenza che adatta la corrente erogata in modo tale che la tensione in uscita rimanga costante. Questo flusso è dispendioso quindi questo genere di alimentatore necessiterà di una dissipazione termica più elevata.
Esistono diverse tipologie di alimentatori switching a seconda della tensione in uscita: 9v,12v,24v e 30v.
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